Art. 5 bis del decreto legge 24/04/2014, n. 66 (Diario della Repubblica, 24 aprile 2014, n. 95) convertito, modificato dalla legge del 23 giugno 2014, n. 89 ha introdotto un nuovo contributo per gli italiani che chiedono il riconoscimento della loro cittadinanza nelle ripartizioni consolari:
ARTICOLO 5 bis
Modifiche al regime delle entrate riscosse per atti di competenza del ministero degli Esteri.
Art. 5 bis.
- Lo schema delle tasse consolari da riscuotere per le ripartizioni diplomatiche e consolari, allegato al decreto legislativo 3 febbraio 2011, n. 71, sezione I, dopo l’articolo 7, è inserito quanto segue:
′′ Art. 7-bis. – Tasse da riscuotere per l’elaborazione della domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana all’età adulta: ′′ € 300,00 “. - L ‘ articolo 18 della legge n. 1185, è sostituito dal seguente:
′′ Art. 18.-1. Per il rilascio del passaporto ordinario è dovuto una tassa amministrativa di 73,50 euro, oltre al costo del libretto. - Il contributo amministrativo è dovuto in occasione del rilascio del libretto e deve essere versato al più tardi al momento della consegna all’interessato.
- Con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, d’accordo con il Ministro degli Esteri, sono fissati i costi del libretto e l’aggiornamento, ogni due anni, del contributo di cui all’articolo 3., paragrafo 3. 1.
- All’estero, il recupero è effettuato in moneta nazionale secondo le regole del sistema consolare, mentre il ministero delle Relazioni esterne è tenuto a stabilire gli arrotondamenti necessari “.
La nuova legge prevede quindi una tassa di 300 euro per tutti coloro che chiedono il riconoscimento della cittadinanza italiana, in quanto discendenti di cittadini italiani.
Per capire l’entità dell’ingiustizia di questa disposizione nei confronti degli italiani all’estero, è necessario tornare al concetto di cittadinanza per l’ordinamento giuridico italiano, altrimenti si cade nella solita protesta sterile senza alcuna base giuridica, vulnerabile a qualsiasi giustificazione di convenienza.
In Italia si applica il principio dello ′′ ius sanguinis “, il che significa che per godere della cittadinanza italiana bisogna avere sangue italiano, cioè non importa in quale territorio del mondo si è nati, ma ciò che conta è avere sangue italiano. Pertanto, quando una persona nasce in Italia, se anche i suoi genitori sono italiani, il neonato viene presentato al Comune e la sua cittadinanza italiana viene immediatamente riconosciuta. Lo stesso vale se una persona nasce fuori dai confini dello Stato italiano: non importa dove è nata, se i genitori sono italiani. In questo caso sarà necessario rivolgersi al Consolato Italiano di riferimento e informare della nascita perché venga riconosciuta la cittadinanza italiana, i cui effetti iniziano a partire dal momento della nascita della persona; questa dichiarazione non ha limiti di validità.
Ebbene, è stata approvata una legge che, se il nato fuori dal territorio italiano comunica la sua nascita dopo i 18 anni, è soggetto al pagamento di un’imposta di 300 euro. Questa disposizione crea così una totale disparità di trattamento tra le persone che hanno lo stesso diritto, infatti, se per caso questo soggetto fosse nato in Italia e la sua nascita non fosse stata dichiarata fino ai 18 anni di vita, non avrebbe dovuto pagare niente, quindi questa disposizione nel trattare gli stessi argomenti, applica trattamenti differenziati, creando una situazione totalmente incostituzionale, visto che l’art. Il 3 della Costituzione italiana dice: ′′ Siamo tutti uguali di fronte alla legge “.
E non è solo questo, anche il trattamento è disgustoso nei confronti del cittadino italiano quando lo paragoniamo allo straniero che si dice ′′ ius matrimoniali ′′ italiano, infatti lui è invitato a pagare solo 250 euro. Ma il fatto scandaloso sta soprattutto nelle ragioni che alcuni responsabili, appartenenti alla maggioranza del governo, hanno voluto sostenere questa misura anticostituzionale. Hanno giustificato la decisione sostenendo che il pagamento dei 300 euro costituiva un’opportunità per il cittadino italiano nato all’estero di dimostrare la propria lealtà alla Repubblica italiana con il pagamento dell’elevata tassa.
Gli altri sono ancora più disonesti, nel prevaricare i fatti, stanno facendo credere alla comunità che questi soldi saranno destinati a risolvere il problema della mancanza di risorse dei Consolati, per migliorare i loro servizi. Rumore senzatetto, lontano dalla realtà. Questi soldi non andranno assolutamente ai consolati.
Tuttavia, per i genitori di questa vergognosa disposizione, coloro che nascono sul territorio italiano possiedono già un’italianità consolidata fin dalla nascita per il semplice fatto di essere nati all’interno delle mura, quindi esenti dalla dimostrazione di fedeltà. Ogni volta che l’Italia si trova in difficoltà economica, il governo a sua volta chiede sacrifici ai suoi compatrioti, invece di adottare misure economiche qualificate e intelligenti che garantiscano il vero progresso del paese. Subito dopo la guerra, il governo dell’epoca ha consigliato ai nostri giovani di esplorare nuovi orizzonti e guadagnare fortuna altrove. Senza alcuna vergogna, i nostri giovani sono stati esortati ad emigrare, lo stato del momento chiedeva così enormi sacrifici, per amore della patria.
Oggi questi giovani dell’epoca continuano ad essere penalizzati e ad essere trattati in modo discriminatorio quando si chiede ai loro discendenti una prova di fedeltà di 300 euro! 🟦🟦
Hola soy Silvia Noemí De Donato
Hija Directa
Dispongo de la documentación, partidas originales, pasaporte
MIs abuelos y mi padre nacieron en Senise
la comunidad Europea) y pasaje
Estoy interesada en vivir en calabria, he comenzado un curso de Italiano
Les envío el acta de mi padre
Dispongo de las actas que soliciten
He leído sobre la posibilidad de establecerse en sicilia
Desde ya muchas gracias
Proyecto de repoblamiento ítalo-descendientes
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